La Cassazione condanna gli agenti e i dirigenti responsabili delle violenza della Diaz. Ma la prescrizione salva i condannati dal carcere. Giustizia non è fatta.
Dopo ben 9 ore di camera di consiglio la Cassazione ha deciso di confermare le condanne già comminate in secondo grado per i 25 tra poliziotti e dirigenti dei vari corpi di sicurezza dello Stato responsabili delle torture e delle violenze contro i manifestanti che dormivano nella scuola Diaz di Genova il 21 luglio del 2001.
Ma, incredibilmente, nessuno dei responsabili di quella efferata brutalità contro persone inermi, della costruzione delle prove false e dei depistaggi su quanto accadde quella notte pagherà veramente. Neanche con un giorno di carcere.
Ma, incredibilmente, nessuno dei responsabili di quella efferata brutalità contro persone inermi, della costruzione delle prove false e dei depistaggi su quanto accadde quella notte pagherà veramente. Neanche con un giorno di carcere.
La quinta sezione penale della Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva le condanne nei confronti dei funzionari della Polizia di Stato per l’irruzione alla Scuola di Genova che ospitava il media-center del Genoa Social Forum. Condannati per falso aggravato, l’unico reato non prescritto dopo 11 anni, per i verbali di perquisizione e arresto ai carico dei manifestanti, che si sono rivelati pieni di accuse false, nessuno di loro rischia il carcere, grazie ai tre anni di sconto previsti dall’indulto approvato nel 2006.
Confermate quindi solo in via teorica le condanne a 4 anni inflitte a Giovanni Luperi e a Francesco Gratteri, quella a 5 anni per Vincenzo Canterini, nonchè le pene, pari a 3 anni e 8 mesi, inflitte a Gilberto Caldarozzi, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco Mortola, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi e Massimiliano Di Bernardini.
Come se non bastasse, la Cassazione ha anche dichiarato prescritti i reati di lesioni gravi commessi dagli agenti della celere che quel giorno facevano parte del settimo nucleo speciale della Mobile.
Nel frattempo i dirigenti di allora sono stati promossi, hanno fatto strada all’interno della Polizia, dei Servizi Segreti, di altri apparati dello Stato.
Nel frattempo i dirigenti di allora sono stati promossi, hanno fatto strada all’interno della Polizia, dei Servizi Segreti, di altri apparati dello Stato.
La parola fine, dal punto di vista giudiziario su quella vicenda, lascia l’amaro in bocca e dà la sensazione che in questo paese l’immunità e l’impunità per gli uomini in divisa colpevoli di crimini anche molto gravi sia una costante, una certezza. In particolare nel caso di Gianni De Gennaro, ex capo della polizia, e promosso sottosegretario alla Presidenza del Consiglio da Monti, è stato fatto un processo parallelo. De Gennaro, assolto in primo grado, ma condannato in appello a un anno e 4 mesi, è stato prosciolto definitivamente da ogni accusa dalla Cassazione nel novembre dello scorso anno. “Perchè il fatto non sussiste”.
”La catena di comando é stata condannata e questo é un grande risultato, rimane però il dato di fatto che quella notte alla scuola Diaz é stata una pagina nera per la democrazia italiana e il Parlamento non ha nemmeno fatto una Commissione di inchiesta per individuare le responsabilità politiche” ha commentato l’avvocato Francesco Romeo, difensore di alcune delle vittime del pestaggio.
”La catena di comando é stata condannata e questo é un grande risultato, rimane però il dato di fatto che quella notte alla scuola Diaz é stata una pagina nera per la democrazia italiana e il Parlamento non ha nemmeno fatto una Commissione di inchiesta per individuare le responsabilità politiche” ha commentato l’avvocato Francesco Romeo, difensore di alcune delle vittime del pestaggio.
Ancora più amaro il commento di Haidi Giuliani, madre del ragazzo ucciso da un Carabiniere durante le manifestazioni contro il G8: ”la giustizia c’é benché incompleta” ha detto, aggiungendo che “le responsabilità sono più ampie e penso all’assoluzione dell’allora capo della polizia e al mancato processo per la morte di mio figlio”.
L’unica, minima consolazione è che la Corte ha deciso di comminare ai colpevoli la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per un periodo di 5 anni. Ma non per i capisquadra che guidarono 400 celerini all’assalto della scuola. Nei confronti degli agenti di Polizia Tucci, Cenni, Basili, Ledoti, Compagnone, Stranieri, Lucaroni e Zaccaria, data la dichiarazione di prescrizione dei loro reati, non dovrebbe scattare la pena accessoria della condanna all’interdizione dai pubblici uffici.
E l’ulteriore paradosso è che tra pochissimi giorni alcuni manifestanti che in quei giorni erano a Genova, una decina, potrebbero pagare con il carcere accusati di reati gravissimi come ‘devastazione e saccheggio’.
Diaz: condanne confermate. Ma non paga nessuno:
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