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venerdì 12 aprile 2013

In Grecia la polizia tortura


Pestaggi, stupri, bastinado, tazer, bruciature con le sigarette, umiliazioni, uso obbligatorio di materiale genetico, sequestro di studenti…
I corpi che vengono torturati, maltrattati, umiliati cambiano: manifestanti, migranti, detenuti, prostitute e perfino minori; in strada, nelle celle delle caserme di polizia, nei centri di detenzione. Le mani, però, sono sempre le stesse: quelle della polizia. La maggior parte di questi incidenti non vengono denunciati ufficialmente, o si indaga in modo velato, e i responsabili non vengono puniti. Ma davvero c’è qualcuno che crede ancora che questi incidenti siano un caso isolato?
Neanche il ministero dell’ordine pubblico è riuscito a trattenersi dal pubblicare le foto dei quattro anarchici arrestati a Kozani il 1.2.2013, con i volti di tre di questi deformati dal pestaggio, sostenendo ufficialmente nella sua relazione “che è stata usata la violenza legale e necessaria”.
Gli stessi arrestati, attraverso i loro difensori e genitori, hanno denunciato di essere rimasti per ore legati con le mani dietro, con I cappucci sulla testa, mentre i poliziotti li picchiavano a turno! L’ovvia manipolazione delle foto non è bastata a nascondere l’orrore (o forse non l’hanno proprio voluto?). Sui TG la notizia veniva trasmessa senza essere commentata. Così come non era stata commentata la notizia delle torture nella Direzione Centrale della Polizia di Attica (GADA) dei 15 manifestanti della ronda antifascista, che ha assunto le sue vere dimensioni soltanto dopo essere stata pubblicata dai mezzi di informazione internazionali. Così come sono rimasti nel buio una serie di casi: del migrante torturato nella caserma di polizia a Egaleo, del minore detenuto nel centro di detenzione di Amygdaleza che ha subìto la rottura della milza a causa del pestaggio, dello stupro con un manganello di un altro migrante nella sede della guardia costiera di Chania (Creta), insieme a moltissimi altri.
Da cittadini di questo paese non ci preoccupiamo solamente. Il tempo è passato. È arrivato il momento di parlare, di dichiarare pubblicamente che non permetteremo che la Grecia diventi un’estensione di Guantanamo. Non torneremo ai metodi dei regimi dittatoriali. Le torture costituiscono un reato che viene punito come un crimine.
Non ci abitueremo all’orrore della trasmissione di tali pratiche, non ci abbandoneremo alla paura che essa lascia come messaggio alla società.
Non permetteremo questa barbarietà e la sua impunità.
***Movimento contro l’arbitrarietà della polizia e le torture
Fonte: left
Traduzione di Atene Calling
Qui un video del Comitato Greco contro la Tortura: http://greek-committeeagainsttorture.blogspot.gr/

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