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venerdì 26 aprile 2013

Aldrovandi, mai più in divisa i poliziotti “Licenziamo i poliziotti assassini di Federico Aldrovandi”


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Il rientro in divisa per gli agenti che hanno ucciso lo studente ferrarese è previsto tra otto mesi. Ma potrebbe avvenire addirittura prima
Se l’è cavata con sei mesi di sospensione dal servizio. Come gli altri suoi tre colleghi condannati in via definitiva a tre anni e mezzo (ridotti a sei mesi a causa dell’indulto) per aver provocato la morte di Federico Aldrovandi, il diciottenne picchiato durante un controllo di polizia a Ferrara il 25 settembre 2005. 
Ma Monica Segatto deve avere giudicato eccessiva quella sanzione inflitta a lei e agli altri tre poliziotti autori del pestaggio dalle commissioni disciplinari del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. 
Così si è rivolta al Tar per chiedere che venga annullata anche quella sospensione semestrale. Lo stop dovrebbe scattare a giugno, quando i quattro agenti avranno finito di scontare la condanna per omicidio colposo. 
Il rientro in divisa è previsto per l’inizio del 2014. O addirittura prima, se il Tar dovesse accogliere il ricorso della poliziotta. 
A più riprese Patrizia Moretti, madre di Federico, ha invocato il licenziamento dei condannati dalla polizia. Il regolamento del Viminale però, in caso di condanne per reati colposi, prevede al massimo una sospensione.
Una petizione online chiede che i quattro agenti condannati in via definitiva per la morte del giovane Federico Aldrovandi - Enzo Pontani, Monica Segatto, Paolo Forlani e Luca Pollastri – siano espulsi dalla polizia di stato
 Il 21 giugno 2012 la Cassazione si è espressa in modo definitivo sul caso di Federico Aldrovandi, il diciottenne ucciso durante un controllo di Polizia all’alba del 25 settembre del 2005 a Ferrara. La Corte ha confermato la condanna dei quattro poliziotti per eccesso colposo in omicidio colposo riprendendo così le sentenze di primo e secondo grado.
Alla luce della sentenza, chiediamo:
che i quattro poliziotti, condannati ora in via definitiva, vengano estromessi dalla Polizia di Stato, poiché evidentemente non in possesso dell’equilibrio e della particolare perizia necessari per fare parte di questo corpo; che venga stabilito in maniera inequivocabile che le persone condannate in via definitiva, anche per pene inferiori ai 4 anni, siano allontanate dalle Forze dell’Ordine, modificando ove necessario le leggi e i regolamenti attualmente in vigore; che siano stabilite, per legge, modalità di riconoscimento certe degli appartenenti alle Forze dell’Ordine, con un numero identificativo sulla divisa e sui caschi o con qualsivoglia altra modalità adeguata allo scopo; che venga riconosciuto anche in Italia il reato di tortura – così come definita universalmente e identificata dalle Nazioni Unite in termini di diritto internazionale – applicando la Convenzione delle Nazioni Unite del 1984 contro la tortura e le altre pene o trattamenti inumani, crudeli o degradanti, ratificata dall’Italia nel 1988.
La petizione si può firmare a questo link: http://bit.ly/15JpzJX


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