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mercoledì 17 ottobre 2012

Tunisia. La rivoluzione continua, intervista a Lina Ben Mhenni


Tunisia. La rivoluzione continua, intervista a Lina Ben Mhenni

Nei giorni della rivoluzione tunisina il suo blog, "A Tunisinian Girl", è stato un punto di riferimento. Oggi, con la nuova Costituzione alle porte, Lina Ben Mhenni torna a parlare. Per dire che il governo eletto "non è più legale". Perché non difende i diritti umani e attacca le donne. 


di Samia Errazzouki* - traduzione a cura di Vediana Paolucci

Martedì 9 ottobre, la blogger e attivista tunisina, Lina Ben Mhenni, si è aggiudicata il “Premio alsaziano per l’impegno democratico” per le sue attività e il coinvolgimento durante la Rivoluzione Tunisina. Lina scrive sul blog 'A Tunisian Girl' e dà il suo contributo a Global Voices.

Samia Errazzouki:  Riguardo l’elaborazione della nuova Costituzione, come donna tunisina, come risponde alla proposta riguardo l’articolo 28 che definisce le donne ‘complementari agli uomini’?
Lina Ben Mhenni: Gli attacchi contro le donne, la libertà, e i diritti umani continuano a moltiplicarsi in Tunisia. E sfortunatamente, questi attacchi arrivano principalmente dal governo tunisino. L’articolo 28, che tratta le donne in termini di complementarità invece che di uguaglianza, è rivoltante.  Ho protestato contro questo articolo per le strade, durante una manifestazione non autorizzata, e dieci poliziotti mi hanno picchiata. Se potessi farlo di nuovo lo rifarei, perché tutti gli statuti internazionalmente riconosciuti che parlano di diritti umani hanno sempre affrontato il rapporto tra uomini e donne in termini di parità. La parola ‘complementarità’ ha un significato ampio, fluido, e ogni individuo può interpretarlo in modo diverso. Cosa cerca di ottenere o di prevenire il governo utilizzando il concetto di complementarità per definire la relazione tra uomini e donne, invece della parità di sessi? Perché girarci intorno ed evitare di essere onesti? 
Dopo l’episodio della violenza contro una donna tunisina che in seguito è stata accusata di indecenze, quale è stata la sua reazione alla risposta del governo?
Ogni volta che si parla di questo episodio mi viene la pelle d’oca. Sono veramente scioccata e disgustata dalla reazione del governo. Qui c’è una donna che è stata violentata da agenti di polizia. Agenti che dovrebbero garantire la sicurezza e proteggere i cittadini. Invece di prendersene cura, fornendo sia aiuto fisico che psicologico, l'hanno accusata di aver commesso un crimine. Hanno raccontato di averla trovata in una ‘stato indecente’.  Ma anche se fosse vero, questo non giustificherebbe un atto di stupro. Non è una scusa. Sono stata davvero scioccata nell'ascoltare la reazione del portavoce del ministero degli Interni. 
Quali misure sono state adottate dagli attivisti e dai movimenti per continuare a far pressione sul nuovo governo, e spingere per un cambiamento in Tunisia?
Come ho già detto possiamo dedurre che nonostante questo sia un governo eletto, niente è stato fatto per costruire una reale democrazia in Tunisia. Un governo che giustifica lo stupro è vergognoso. E, per me, non è più legale. Anche se è stato democraticamente eletto, non è più legale. E' la dimostrazione che il governo è incompetente e che non sono state messe in atto misure per affrontare, ad esempio, le condizioni socio-economiche in Tunisia, che continuano a peggiorare. Sono incompetenti: attaccano le libertà individuali e i diritti umani. Recentemente, si sono anche rifiutati di includere la questione dei diritti umani nella Costituzione.
Cosa ha fatto lei per continuare a impegnarsi per le cause iniziali della rivolta? 
Come blogger, è importante per me che prima di tutto si parli e si discuta di questi temi. Poi, si marcia nelle strade per manifestare e continuare a far pressione. Ogni volta che viene sollevata una questione importante cerco di scendere in strada, parlare con le persone, scriverne. Cerco di essere obbiettiva, e quando è il momento di manifestare io ci sono. 

*La versione originale di questo articolo è stata pubblicata su Jadaliyya

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