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mercoledì 31 ottobre 2012

Verdi 15 occupata- com'era prima dello sgombero del 30 ottobre 2012.




Ieri martedì 30 ottobre la Verdi 15 è stata sgomberatà lasciando per strada più di 100 studenti che vi alloggiavano al suo interno. Questo video è stato realizzato a pochi mesi dall'occupazione e non è mai stato messo online per vari motivi... è una breve intervista per sapere il motivo dell'occupazione. Godetevelo e giudicate!!!

martedì 30 ottobre 2012

Cinque morti sul lavoro in un giorno. Ma nessuno ne parla


Cinque morti sul lavoro in un giorno. Ma nessuno ne parla

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Cinque vittime sul lavoro in un solo giorno. E’ il tragico bollettino di Lunedì 29 ottobre, giornata costellata da incidenti mortali sul lavoro in tutta Italia. L’ultimo episodio, battuto dalle agenzie, vede come vittima un contadino di 71 anni, travolto dal suo trattore in Alto Adige. L’incidente si è verificato nel tardo pomeriggio a Laion, vicino Chiusa. Sono intervenuti la Croce bianca e i carabinieri, ma per l’anziano agricoltore non c’era più nulla da fare.
In precedenza un uomo di 64 anni, Antonio Roselli, aveva perso la vita in un incidente sul lavoro accaduto nel deposito di un’azienda edile di Corato, in provincia di Bari. Per cause in corso d’accertamento da parte dei carabinieri, riferisce l’agenzia Agi, l’operaio sarebbe caduto da un’impalcatura mobile e per lui, nonostante il tempestivo soccorso, non c’è stato nulla da fare. Accertamenti sono in corso per verificare la posizione lavorativa della vittima. Al momento non è stato reso noto il suo nome.
In provincia di Lucca ha invece perso la vita un piccolo imprenditore, nel comune di Massaros, morto dopo essere precipitato da un tetto, cadendo da un’altezza di circa otto metri. L’uomo, Fabrizio Del Soldato di 41 anni, era titolare di una ditta di pannelli fotovoltaici, la Dgm, stava lavorando alla posa di pannelli sul tetto quando la copertura ha ceduto.
Maurizio Lorenzetto è invece il nome di un’altra delle vittime odierne, un operaio di 55 anni, scivolato nell’Adige ed annegato. E’ successo a Cavanella, nei pressi di Chioggia, come riferiscono le testate locali. L’uomo era dipendente della Sistemi territoriali: stava effettuando la manutenzione dell’impianto, quando ha scavalcato una recinsione e attraversato una passerella. E’ caduto nel fiume ed è deceduto poco dopo.
La quinta vittima, di 42 anni, si chiamava Stefano Mirabelli ed era co-titolare della ‘Fratelli Mirabelli’, azienda meccanica di Ronco Scrivia, in provincia di Genova. L’uomo è morto questo pomeriggio all’interno dell’azienda, è rimasto schiacciato da un muraglione crollato per circostanze ancora da chiarire.
A parte Rassegna.it, la notizia non è stata data da nessuna agenzia di stampa, da nessun quotidiano, da nessun tg. Nessun sindacato si è indignato, nessun politico si è indignato, nessuna Istituzione si è indignata. E con tutti questi morti sul lavoro ch ci sono ogni giorno (oggi addirittura 5), ancora ci definiamo paese civile?


Cinque morti sul lavoro in un giorno. Ma nessuno ne parla:

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martedì 23 ottobre 2012

On line i segreti della polizia


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Nella notte gli attivisti informatici di Anonymous sono entrati nel database riservato e nelle mail interne delle forze dell’ordine. Svelati centinaia di documenti, tra cui quelli sui No Tav e sugli agenti infiltrati tra i manifestanti
Informative sulle attività dei No-Tav, analizzate nei minimi dettagli – scritte sui muri comprese – e sui movimenti o singoli attivisti considerati “estremisti”; documenti sulla posizione legale degli “agenti provocatori” e su come muoversi nelle attività sotto copertura; schede tecniche sulla tecnologia utilizzata nelle cimici micro-ambientali criptate di ultima generazione, e la relazione del primo dirigente della questura di Torino sulla dinamica dell’incidente al valsusino Luca Abbà, caduto dal traliccio mentre era inseguito da un poliziotto; ma anche stipendi di singoli agenti, Cud, buonuscite, elenchi di numero di cellulare del personale dell’Ufficio Prevenzione Generale Soccorso Pubblico della questura di Mantova; o ancora, liste dei responsabili di squadra. E poi anche mail personali di agenti inviate alla fidanzata; o richieste di materiali e armi da parte di uffici dislocati in varie parti d’Italia, dalla sciabola allo sfollagente che si è spezzato nel corso di un arresto.La polizia italiana è stata insomma esposta e squadernata sul web in seguito a un’azione di Anonymous Italia, che poche ore fa ha pubblicato online una grande mole di documenti e comunicazioni private sottratte al suo database. Si tratta di 3500 file per un totale di circa 1,3 Gb. Gli hacker sono entrati sfruttando una vulnerabilità del sito diPoliziadistato.it, o presumibilmente dal suo portale riservato Doppia Vela, e hanno saccheggiato l’archivio: dopodiché hanno avuto accesso anche ad alcune caselle di posta.Il risultato, pubblicato nella notte sullo stesso blog di Anonymous Italia e sul sito internazionale di leaks di area “anonima” Paranoia, sotto la definizione di operazione AntiSec, che sta a indicare nel gergo quelle azioni che colpiscono forze dell’ordine, intelligence e security, è una vera debacle dal punto di vista della cybersicurezza per la polizia.
«Da settimane ci divertiamo a curiosare nei vostri server, nelle vostre e-mail, i vostri portali, documenti, verbali e molto altro. (…) Il livello di sicurezza dei vostri sistemi, al contrario di quanto pensassimo, è davvero scadente, e noi ne approfittiamo per prenderci la nostra vendetta», scrivono i cyberattivisti. «Questa volta preferiamo non rilasciare dichiarazioni. I dati parlano da soli», è il commento di uno di loro all’Espresso. Anche se non mancano, nel comunicato, alcune richieste: l’introduzione del reato di tortura: la telesorveglianza dei luoghi in cui operano gli agenti; e l’introduzione di un codice di identificazione degli stessi.
Ma al di là della violazione informatica, e diversamente da altre azioni passate degli hacktivisti, questa volta i ‘leaks’, cioè i documenti trafugati, presentano contenuti piuttosto rilevanti. Spiccano in particolari molti materiali legati alle attività di repressione e indagine sul movimento No-Tav, che da tempo gode del sostegno di Anonymous Italia.
Dai diversi documenti pubblicati al riguardo emerge un’attenzione minuziosa da parte di questura, prefettura e polizia verso tutte le attività dei manifestanti No-Tav e verso tutte quelle realtà considerate antagoniste. In particolare, in una relazione riservata inviata dalla questura di Torino al ministero dell’Interno, vengono tratteggiate in dettaglio le aggregazioni politiche della provincia considerate estremiste: dagli anarchici, con indirizzi e indicazioni di stabili occupati, al centro sociale Askatasuna o al Gabrio, ai siti Infoaut.org e Indymediapiemonte.org; fino a un elenco dettagliato di presunti leader principali, con eventuali trascorsi ma anche informazioni su compagni/e di vita.
E in questo elenco sono inclusi anche gli ambientalisti del Comitato Settimo Non Incenerire di Settimo Torinese, Greenpeace, i comitati No Tav della Bassa Val di Susa, con indicazioni precise sulla biografia politica dei suoi leader, da Alberto Perino a Luca Abbà.
Proprio di Abbà, l’agricoltore che lo scorso febbraio, dopo essersi arrampicato per protesta su un traliccio, era caduto ed era rimasto gravemente ferito, si parla in un altro documento del leak, in cui un dirigente della polizia presente sul posto descrive l’accaduto. All’epoca c’era stata anche polemica sul fatto che Abbà fosse rimato fulminato nel tentativo di sfuggire a un agente che lo stava raggiungendo. Nella relazione il funzionario, «colpito dall’agilità» di Abbà nel dribblare i blocchi e arrampicarsi veloce sul traliccio, spiega come un assistente della polizia sia effettivamente salito dietro al manifestante, ma che nel momento dell’incidente «lo scrivente non ha più visto l’assistente significando che era ormai sceso fermandosi sotto il traliccio».





On line i segreti della polizia - l’Espresso:

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sabato 20 ottobre 2012

20 ottobre 1974: i fascisti uccidono Adelchi Agrada

Sergio Adelchi Argada, giovane operaio militante del ''Fronte Popolare Comunista Rivoluzionario Calabrese'' (FPCR) viene b20 ottobrearbaramente ucciso, il 20 ottobre 1974, a colpi di pistola dai fascisti Michelangelo De Fazio e Oscar Porchia.
Il primo studia Legge a Firenze, ragazzo di buona famiglia conosciuto sia dai fascisti del posto che da quelli dell'università toscana. Il secondo, anche lui studente, è un militante del Movimento Sociale e per un paio d'anni è stato anche il segretario del Fronte della gioventù di Lamezia.
Oltre a Sergio, nell'agguato squadrista rimangono feriti altri quattro giovani operai che sono con lui (fra cui il fratello Otello). 
La mattina del 20 ottobre, di fronte al Comune di Lamezia, ci fu una manifestazione nell'ambito del Festival Provinciale dell'Avanti. Nella notte, scritte fasciste ingiuriose sui muri avevano provocato tensioni; fino ad arrivare alle mani, spinte, minacce: la questione però era destinata a non finire lì.
Fu infatti alle 15.30 di quella domenica di ottobre che, i fratelli Argada, accompagnati dai fratelli Morello, incontrarono sulla strada di ritorno dallo stadio cinque camerati. A rivolgersi ai fascisti ci pensò Giovanni Morello, disgustato dalla vigliaccheria dimostrata da questi personaggi solo ventiquattro ore prima, quando avevano picchiato il fratello più piccolo, quattordici anni appena.
E quattordici furono anche i colpi che riecheggiarono per le strade di Lamezia; quattro mortali indirizzati al giovane Adelchi, intervenuto per proteggere e aiutare l'amico ferito da un colpo alla gamba.
Il giorno dei funerali, trentamila furono le persone che scesero in piazza per salutare Sergio Adelchi Argada. La cattedrale non bastò a contenerli tutti e, per le orazioni, venne utilizzato il palco della festa de ''L'Avanti'', ancora montato nella piazza del Municipio per il concerto della sera precedente.
Jovine, uno studente, parlò a nome dei ragazzi di Lamezia: "Conoscevamo Adelchi Argada come uno dei nostri migliori militanti, sempre schierato dalla parte degli oppressi. Bisogna capire perché è morto; era un operaio, uno dei tanti giovani costretto a una certa età a lavorare perché per i proletari, per i figli dei lavoratori, non esistono privilegi che sono di altri. Argada ha fatto una scelta, si è messo dalla parte di chi vuole una società diversa non a parole, in cui lo sfruttamento sia abolito e il fascismo non possa trovare spazio".
Arrestati, gli assassini di Adelchi Argada ebbero dalla loro parte soltanto una pretestuosa tesi di legittima difesa. Una posizione che più di qualche giornale conservatore fece propria e diffuse con forza. Nel caso di Oscar Porchia e Michele De Fazio sostenere di avere sparato per difendersi non funzionò: imputati di omicidio, dopo aver ottenuto di spostare la tesi processuale a Napoli, nel 1977 furono condannati rispettivamente a quindici anni e quattro mesi e a otto anni e tre mesi di reclusione.

Lamezia Terme, 20 ottobre 2011 – In occasione del trentasettesimo anniversario dell’uccisione di Adelchi Argada, avvenuta il 20 ottobre 1974, l’Amministrazione comunale di Lamezia Terme ha voluto organizzare una giornata in sua memoria. Così, questo pomeriggio alle 17:00, è stata scoperta una targa in sua memoria nella villetta comunale in via Santa Bernadette. Il piccolo parco con recinzione dove giocano i bambini porterà il nome del giovane di sinistra ucciso con 14 colpi di pistola vicino la chiesa di San Domenico.


20 ottobre 1974: i fascisti uccidono Adelchi Agrada:

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giovedì 18 ottobre 2012

ACCIAIO Trailer



Di qua l'acciaieria che lavora a ciclo continuo, ventiquattro ore al giorno e non si ferma mai. Di là, l'isola d'Elba, un paradiso sognato e irraggiungibile di famiglie felici. 
In mezzo, in riva alla loro spiaggia segreta, né di qua né di là, Anna e Francesca, piccole ma già grandi, che vivono la loro ultima estate di innocenza prima del liceo. 
Ma essere belle e crescere in una periferia operaia è difficile e l'unico modo per farcela è rimanere insieme in un'amicizia esclusiva e potente quanto l'amore. 
Lo stesso amore che tiene in piedi Alessio, il fratello di Anna, operaio fin dentro al midollo che ancora si ostina a credere nei valori del lavoro in fabbrica che ti dà pochi soldi sì, ma ti fa andare a letto sporco di un sudore pulito. 
Alessio che potrebbe avere tutte le ragazze del paese, ma si ostina a pensare all'unica che ha perduto, il sogno della sua vita, Elena.
E un giorno l'amore arriva, potente e inaspettato per tutti e la vita prende un'accelerata improvvisa, finché si incrina, sanguina, si spezza.
Dietro al mondo dei ragazzi, vivono in lontananza, arresi e crudeli, i genitori, modelli a cui i figli giurano, nel bene e nel male, di non assomigliare mai.
E sopra ognuno di loro, genitori e figli, la violenza del ciclo continuo dell'acciaio, che qualsiasi cosa accada, non si può fermare mai.

mercoledì 17 ottobre 2012

Tunisia. La rivoluzione continua, intervista a Lina Ben Mhenni


Tunisia. La rivoluzione continua, intervista a Lina Ben Mhenni

Nei giorni della rivoluzione tunisina il suo blog, "A Tunisinian Girl", è stato un punto di riferimento. Oggi, con la nuova Costituzione alle porte, Lina Ben Mhenni torna a parlare. Per dire che il governo eletto "non è più legale". Perché non difende i diritti umani e attacca le donne. 


di Samia Errazzouki* - traduzione a cura di Vediana Paolucci

Martedì 9 ottobre, la blogger e attivista tunisina, Lina Ben Mhenni, si è aggiudicata il “Premio alsaziano per l’impegno democratico” per le sue attività e il coinvolgimento durante la Rivoluzione Tunisina. Lina scrive sul blog 'A Tunisian Girl' e dà il suo contributo a Global Voices.

Samia Errazzouki:  Riguardo l’elaborazione della nuova Costituzione, come donna tunisina, come risponde alla proposta riguardo l’articolo 28 che definisce le donne ‘complementari agli uomini’?
Lina Ben Mhenni: Gli attacchi contro le donne, la libertà, e i diritti umani continuano a moltiplicarsi in Tunisia. E sfortunatamente, questi attacchi arrivano principalmente dal governo tunisino. L’articolo 28, che tratta le donne in termini di complementarità invece che di uguaglianza, è rivoltante.  Ho protestato contro questo articolo per le strade, durante una manifestazione non autorizzata, e dieci poliziotti mi hanno picchiata. Se potessi farlo di nuovo lo rifarei, perché tutti gli statuti internazionalmente riconosciuti che parlano di diritti umani hanno sempre affrontato il rapporto tra uomini e donne in termini di parità. La parola ‘complementarità’ ha un significato ampio, fluido, e ogni individuo può interpretarlo in modo diverso. Cosa cerca di ottenere o di prevenire il governo utilizzando il concetto di complementarità per definire la relazione tra uomini e donne, invece della parità di sessi? Perché girarci intorno ed evitare di essere onesti? 
Dopo l’episodio della violenza contro una donna tunisina che in seguito è stata accusata di indecenze, quale è stata la sua reazione alla risposta del governo?
Ogni volta che si parla di questo episodio mi viene la pelle d’oca. Sono veramente scioccata e disgustata dalla reazione del governo. Qui c’è una donna che è stata violentata da agenti di polizia. Agenti che dovrebbero garantire la sicurezza e proteggere i cittadini. Invece di prendersene cura, fornendo sia aiuto fisico che psicologico, l'hanno accusata di aver commesso un crimine. Hanno raccontato di averla trovata in una ‘stato indecente’.  Ma anche se fosse vero, questo non giustificherebbe un atto di stupro. Non è una scusa. Sono stata davvero scioccata nell'ascoltare la reazione del portavoce del ministero degli Interni. 
Quali misure sono state adottate dagli attivisti e dai movimenti per continuare a far pressione sul nuovo governo, e spingere per un cambiamento in Tunisia?
Come ho già detto possiamo dedurre che nonostante questo sia un governo eletto, niente è stato fatto per costruire una reale democrazia in Tunisia. Un governo che giustifica lo stupro è vergognoso. E, per me, non è più legale. Anche se è stato democraticamente eletto, non è più legale. E' la dimostrazione che il governo è incompetente e che non sono state messe in atto misure per affrontare, ad esempio, le condizioni socio-economiche in Tunisia, che continuano a peggiorare. Sono incompetenti: attaccano le libertà individuali e i diritti umani. Recentemente, si sono anche rifiutati di includere la questione dei diritti umani nella Costituzione.
Cosa ha fatto lei per continuare a impegnarsi per le cause iniziali della rivolta? 
Come blogger, è importante per me che prima di tutto si parli e si discuta di questi temi. Poi, si marcia nelle strade per manifestare e continuare a far pressione. Ogni volta che viene sollevata una questione importante cerco di scendere in strada, parlare con le persone, scriverne. Cerco di essere obbiettiva, e quando è il momento di manifestare io ci sono. 

*La versione originale di questo articolo è stata pubblicata su Jadaliyya

Tunisia. La rivoluzione continua, intervista a Lina Ben Mhenni:

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martedì 9 ottobre 2012

Thanks Estelle , Gaza is waiting

La SADE non se ne è mai ANDATA, da QUI. E ...si VEDE.

Cinque ore prima del Vajont



La testimonianza di Maria Pia Bassetto, superstite del Vajont. Lavorava all'ufficio postale di Longarone e si è salvata per puro caso. La sera del 9 ottobre,quando la frana del monte Toc provocò un'onda alta 100 metri che polverizzò Longarone, lei era a casa a Vittorio Veneto, dove rientrava tutte le sere dopo il lavoro. Questa è la sua storia

Happy Birthday John Lennon



John Lennon was born on October 9, 1940 and passed away at the young age of 40 on December 8, 1980. This video is dedicated to him and his message of peace that is still holding fast in the hearts of his fans. So this video is a song of love to the icon we love. Happy Birthday John, we love you and miss you!

lunedì 8 ottobre 2012

Hasta siempre comandante



Bolivia - 8 ottobre 1967 Ernesto Guevara muore, assassinato per ordine degli Stati Uniti e dalla CIA. - Immagini e parole per il Che. 

venerdì 5 ottobre 2012

Studenti in corteo in tutta italia; la polizia risponde con una mega manganellata di massa in tutta italia… | O capitano! Mio capitano!…

Italia. Le immagini della vergogna…. e della dignità!


Ragazzini manganellati, umiliati, messi in fuga. Questa è l’Italia salvata da Monti?
Senza parole.
Italia. Le immagini della vergogna.... e della dignità!
Questi qui sotto sono i pericolosi sovversivi temuti dal governo?
Studenti e studentesse giovani e giovanissimi nelle piazze di tutta Italia.
Napoli
Torino
Milano
Roma
Corteo 5 Ottobre
Pisa
Brescia
Palermo
Firenze

giovedì 4 ottobre 2012

La Tunisian girl, Lina Ben Mhenni, a Cagliari l’11 ottobre | AFFRICA


La Tunisian girl, Lina Ben Mhenni, a Cagliari l’11 ottobre alle 20

mercoledì 3 ottobre 2012
Chiamatela Lina, chiamatela Leena, chiamatelaTunisian girl. Ma non perdete l’occasione di incontrarla e sentirla parlare della Tunisia, della rivoluzione e della sua esperienza, dell’importanza di un’informazione libera e partecipata.

Lina Ben Mhenni non ha ancora trent’anni  e con il suo blog, A Tunisian girl, è stata tra i protagonisti della lotta contro Ben Ali. È autrice di Tunisian girl. La rivoluzione vista da un blog, di cui vi abbiamo già parlato su AFFRICA.
La ospiteremo a Cagliari, all’interno della manifestazione incontri d’AFFRICA, l’11 ottobre alle 20.00 all’Hostel Marina nelle scalette San Sepolcro.
Vi aspettiamo!





La Tunisian girl, Lina Ben Mhenni, a Cagliari l’11 ottobre | AFFRICA:

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Visita l'Estelle - Ship to Gaza



Breve visita guidata del veliero Estelle - Ship to Gaza, e incontro con alcuni membri dell'equipaggio di Freedom Flotilla 3, per tutti coloro che non hanno potuto venire ai porti d'attracco o non sono potuti salire a bordo

Petizione: Abbattiamo il mausoleo al fascista Graziani


Petition Title
Abbattiamo il mausoleo al fascista Graziani
Chiediamo al ministro Cancellieri di abbattere il mausoleo eretto in memoria del gerarca fascista Rodolfo Graziani inaugurato ad Affile lo scorso 11 Agosto.


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