Oggi sabato 15 settembre a Sassuolo il
Ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana verrà a
presentare il libro “La culla vuota della civiltà. All’origine della
crisi”, all’interno di quel ridicolo carrozzone fascio-leghista che è il
SecchiaFest.
Il libro, scritto a quattro mani con Ettore
Gotti Tedeschi, banchiere autodefinitosi “capitalista cattolico”, lancia
un grido d’allarme riguardo alla probabile estinzione del popolo
italico causata dal “terribile inverno demografico di un popolo [che ne] cancella il futuro e l’identità, rappresentando inoltre la principale causa del declino economico di una nazione” (Fonte). Secondo Fontana, che cita la ricerca Eurostat Cerberus 2.0, non ci sono dubbi: “La
crisi demografica in Italia sta producendo numeri da guerra. E’ come se
ogni anno scomparisse dalla cartina geografica una città come Padova” (Fonte). La prefazione, scritta da Matteo Salvini, continua affermando che “complici
le politiche poco lungimiranti degli ultimi anni, e la precisa scelta
di colmare il gap demografico con i flussi migratori, le famiglie
italiane sono progressivamente scomparse dalle priorità politiche e nei
fatti, oggi, scoraggiate a fare figli” (Fonte).
Ancora una volta in questa società
patriarcale e, in particolare in questo momento politico in cui i
fascismi alzano la testa forti di un chiarissimo appoggio istituzionale,
ritorna in voga il progetto fascista che vuole la donna moglie e madre,
pronta a sostenere la patria. Vengono colpevolizzate le donne che
scelgono di autodeterminarsi e di non avere figli e le soggettività
migranti additate come le cause fondanti della crisi economica: le prime
colpevoli di “ridurre la produttività per la mancanza di giovani afflussi al mercato del lavoro” (Fonte) e le seconde di rubare posti di lavoro e aumentare la criminalità nel Paese.
Il Ministro Fontana è già famoso per le sue
dichiarazioni catto-fasciste che promettono di togliere alle donne la
possibilità di decidere sul proprio corpo a difesa della tradizionale
famiglia patriarcale, bianca, etero e italiana in cui fare figli diventa
un dovere, non più una scelta. Ma in questo caso la pericolosità di
queste posizioni è rafforzata dalla collaborazione ideologica
dell’economista Gotti Tedeschi, che oltre ad essere ex presidente dello
IOR, nonchè Consigliere per i problemi economico-finanziari ed etici
nei sistemi internazionali durante il Governo Berlusconi e Consigliere
d’amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti, è tutt’ora docente di
Etica della Finanza all’Università Cattolica di Milano. Secondo
l’economista, infatti, la vera origine della crisi economica è la crisi
demografica (Fonte) contro cui il governo sembra quindi promettere una vera e propria guerra.
La pericolosità del libro sta nel
presentarsi come un vero e proprio saggio di economia con la chiara
pretesa di dare autorevolezza scientifica e giustificazione
istituzionale alle politiche antiabortiste e razziste dell’attuale
governo.
Dobbiamo svelare ogni fascismo e sessismo
che si maschera da saggio scientifico o peggio ancora da “libertà di
pensiero”. Misoginia, razzismo e fascismo non sono un’opinione. Che
possiamo fare quindi di fronte a questo clima sempre più reazionario?
Facciamo quello che abbiamo sempre fatto, e senza paura. Lo diciamo a
noi stesse e lo diciamo a tutte: non facciamo finta di niente, non
pensiamo che siamo spacciate o che non c’è nulla da fare. Creiamo
collettivi e reti, guardiamoci in faccia, aiutiamo le realtà autogestite
a crescere, siamo unite di fronte alla repressione. E non limitiamoci
alle nostre bolle militanti: se fosse una semplice guerra tra noi e “i
cattivi” sarebbe fin troppo semplice. Dobbiamo parlare ogni giorno di
antifascismo e femminismo nei modi adeguati alle possibili complici che
troviamo nel nostro quotidiano. E’ finito il tempo dell’indifferenza
visto che possiamo vedere tranquillamente come il ragionamento “se li
combatti dai loro più visibilità” abbia totalmente fallito. Non è il
tempo del riposo ma di una lotta umile, costante, intelligente che non
lascia indietro nessuna. Sporchiamoci le mani.
Se non ci sono più esempi da seguire, saremo noi stesse il nostro esempio!
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