Un filo lungo quasi un anno che ha vissuto un cambio di
governo, un passaggio di testimone al vertice del Viminale, da Minniti a
Salvini.
Un passaggio che ha accentuato l’attacco ai corpi migranti, ai corpi ultimi, ai
corpi che un decennio di crisi economica, amplificato da politiche recessive,
ha schiacciato e spinto sempre più in fondo alla scala sociale.
Un tentativo di esclusione senza precedenti che tramuta quei milioni di corpi
nell’oggetto dell’attacco, nel tentativo di renderli invisibili.
Questo il loro attacco, questo il loro filo.
Ma. C’è un Ma avversativo e propositivo su cui, dall’epoca Minniti a quella di
Salvini, si è costruita una proposta alternativa, fatta di solidarietà e
resistenza. Un filo è stato tracciato da Macerata a Ventimiglia, passando per
il molo di Catania a cui era attraccata la nave Diciotti e per mille altri
piccoli e grandi gesti di resistenza alla barbarie.
Un filo che corre parallelo e che, non rispettando gli assiomi geometrici,
vuole confliggere, farsi materiale il 10 novembre a Roma.
Lanciamo la data di Roma senza voler nascondere le fatiche di una
costruzione complessa e articolata che ha trovato una sintesi nell’assemblea
del 14 ottobre.
Una sintesi tra tanti e tante.
Non si può più attendere perché lo spazio politico in cui provare con coraggio
a bloccare il decreto immigrazione e sicurezza è qui e ora, dopo sarà tardi,
dopo i loro strumenti di attacco ai nostri corpi faranno più male. E tanto.
Le orrende anticipazioni di quello che potrebbe essere le vediamo già
nell’attacco a Riace, nel deserto di navi di Ong nel Mediterraneo, nella
chiusura dei porti, nella falsa retorica securitaria, nella mensa di Lodi.
Ma il nostro filo ha già, in parte, saputo rispondere.
Con la Mediterranea Saving Humans guscio di speranza nel deserto del mare
che circonda la penisola, per le strade di Riace, con la raccolta fondi di
Lodi.
Mille voci si sono fuse a Roma e hanno lanciato il cuore oltre l’ostacolo
della rassegnazione e della paura, individuando nella data del 10 novembre il
momento e lo spazio necessario per portare i nostri vissuti fatti di
solidarietà, insubordinazione, disobbedienza agli occhi di tutti e tutte.
Un momento plurale, rispettoso delle storie di ogni realtà singola e collettiva,
unitario perché la fase lo impone, determinato perché sono state le “mezze
parole” ad aver, per ora, fatto trionfare la retorica salviniana.
-Per ritiro immediato del Decreto immigrazione e sicurezza varato dal
governo. NO al disegno di legge Pillon.
– Accoglienza e regolarizzazione per tutti e tutte.
– Solidarietà e libertà per Mimmo Lucano! Giù le mani da Riace e dalle ONG.
– Contro l’esclusione sociale.
– No ai respingimenti, alle espulsioni, agli sgomberi.
– Contro il razzismo dilagante, la minaccia fascista, la violenza sulle
donne, l’omofobia e ogni tipo di discriminazione.
Per queste ragioni convochiamo una MANIFESTAZIONE NAZIONALE sabato
10 novembre a Roma.
Partenza in pullman da Alessandria, per info e prenotazioni
telefonare a Elio al 3349943428.
Laboratorio Sociale Alessandria
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