Venerdì 28 settembre la Digos di Torino ha notificato numerosi avvisi orali e fogli di via a numerosi militanti No Tav, in relazione alle azioni delle ultime settimane
contro il cantiere-fortino della Val Clarea con taglio delle reti.
Decine i No Tav colpiti dalle misure (dai 22 ai 73 anni) e allontanati
da Giaglione e Chiomonte.
Intanto Telt, la società incaricata di realizzare il maxittunel Tav della tratta Torino-Lione, ha congelato il bando da 2,3 miliardi.
“Non intendiamo agire contro la volontà dei due Paesi”, ha motivato la
società di riferimento, in merito all’avvertimento lanciato dal ministro
delle Infrastrutture del M5S Danilo Toninelli, in attesa dell‘analisi costi-benefici sulla Tav, promossa dal ministro stesso, che dovrebbe essere resa pubblica in autunno inoltrato.
Il commento di Guido Fissore, storico attivista notav. Ascolta o Scarica.
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La chiameremo l’operazione “ogni
maledetta domenica” poichè si può dire che mai operazione fu più
annunciata (nella ultime settimane l’ufficio stampa della questura ha
mandato un numero illimitato di veline a tutti i giornali dicendo che le
reti non si possono tagliere e che prima 70, poi 50, poi altre 60
persone e così via erano state denunciate) ed è diretta conseguenza di
ciò che scrivevamo giusto qualche giorno fa Ogni maledetta domenica-any given sunday
Sintetizzando, poiché le notifiche sono
ancora in corso, si tratta di decine di provvedimenti di varia natura,
dai fogli di via (Giaglione o Giaglione e Chiomonte o solo Chiomonte),
denunce, avvisi orali e chi più ne ha più ne metta. Colpiti attivisti No
Tav abitanti in Valle o a Torino (abbiamo anche un caso noto in
Toscana), una forbice ampia di età che va dai 22 anni ai 72 anni e che
di fatto cerca di individuare tutti quelli che nelle ultime settimane
più di frequente si sono recati alle reti o hanno partecipato alle
iniziative organizzate dal movimento No Tav.
Con la notizia rimbalzata oggi anche sui
telegiornali di come Telt abbia annunciato che ritarderà l’allargamento
del cantiere ed altre azioni tipo il bando per il tunnel definitivo in
attesa delle direttive di governo, il questore Messina appare sempre più
guardiano di una fortezza vuota.
Il cantiere è fermo, non vola mosca che
non siano militari e forze dell’ordine li schierati ad annoiarsi, ma
nonostante questo il Prefetto emette le ordinanze che impediscono
l’avvicinamento alla zona strategico nazionale per chilometri, e il
Questore tira su dispositivi per garantire l’ordine pubblico che oltre a
costare un sacco di soldi sistematicamente i No Tav aggirano e/o
danneggiano (vedi jersey, filo spinato nei boschi, filo spinato sopra i
cancelli, telecamere nascoste e chi più ne ha più ne metta).
Mentre ci si inventerà qualche idea in
stile No Tav per rispedire al mittente questa ennesima schifezza,
qualcuno informi il questore Messina, tra un’intervista e l’altra che
concede cercando la notorietà, che i tempi cambiano e che quel cantiere
grazie al Movimento No Tav è destinato a chiudere. E’ rimasto solo lui,
insieme ai suoi sottoposti della Digos ad averne cura. Che brutta fine!
Solidarietà invece a tutti i No Tav, non ci fermeranno mai!
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