260mila capi di bestiame, tra pecore e montoni, che producono circa 1 milione 300mila chili di lana all’anno interamente esportati in Europa. Nello stesso terreno sono allevati 16mila bovini destinati al macello.
Sono cospicui gli interessi della famiglia Benetton in Argentina.
Sono cospicui gli interessi della famiglia Benetton in Argentina.
Tutto comincia all’inizio degli anni ’90, quando la famiglia italiana Benetton acquista per 50 milioni di dollari il controllo della CTSA attraverso la holding Edizione Real Estate, diventando la più grande proprietaria terriera del paese con 900 mila ettari di terreno, 884 mila dei quali in Patagonia.
Ma nonostante vari tentativi di mediazione non è mai cessata la rivendicazione di terre ancestrali, dove i Mapuche hanno vissuto per generazioni. Mentre l’impero Benetton che, carte alla mano, non vuole rinunciare a quei 900mila ettari di terreno sul quale le “loro” pecore forniscono il 10% della produzione di lana necessaria all’azienda. Nel mezzo, numerosi scontri violenti – dopo un fallito tentativo di mediazione – tra la popolazione indigena e le forze dell’ordine argentine che in questa periferia dimenticata sembrano rimaste quelle della Giunta del massacratore Videla.
In realtà il conflitto ha radici lontane. Nel 1896 il Presidente argentino Uriburu, dona a 10 cittadini inglesi circa 900.000 ettari di terra, nonostante la legislazione vietasse donazioni tanto estese e la concentrazione di terreno (aree superiorei a 400.000 ettari), ad una sola persona o società.
Poco tempo dopo le terre vengono vendute all’Argentinian Southern Land Company Ltd, violando nuovamente il divieto di vendita a fini di lucro delle terre donate.
Nel 1975 un gruppo di investitori compra un pacchetto di azioni della Argentinian Southern Land Company Ltd, il cui nome viene modificato nel 1982, a seguito della nazionalizzazione, in Compañía de Tierras Sur Argentino S.A. (CTSA).
Nel 1975 un gruppo di investitori compra un pacchetto di azioni della Argentinian Southern Land Company Ltd, il cui nome viene modificato nel 1982, a seguito della nazionalizzazione, in Compañía de Tierras Sur Argentino S.A. (CTSA).
È nel 1991 che la famiglia Benetton acquisì per 50 milioni di dollari 900mila ettari di terre dalla compagnia Tierras Del Sur Argentino, principale proprietaria terriera nella Patagonia argentina. Poi, nel ’94, il presidente Carlos Menem vendette a Benetton quelle terre ad un prezzo irrisorio, e gli abitanti Mapuche furono confinati in zone marginali e improduttive, o costretti alla migrazione nei centri urbani.
Negli anni, però, il popolo indigeno non ha rinunciato alla riappropriazione di quelle terre, e hanno cercato di estendersi e di insediarsi in alcuni villaggi. Nel 2007 la comunità Santa Rosa Leleque decise di recuperare il suo territorio ancestrale, e per anni ha dovuto affrontare continui e violenti tentativi di sgombero. Nel 2014, finalmente, l’Istituto Nazionale degli Affari Indigeni (INAI) riconobbe il diritto dei Mapuche sul territorio. E il 13 marzo del 2015 alcune famiglie iniziarono la “recuperación” di altri territori ancestrali sottratti loro da Benetton.
Secondo Antimafia 2000, “l’impero Benetton sta portando avanti un atto imprenditoriale di stampo fascista, forse legittimo – o ai limiti della legalità – perché si nasconde dietro un atto di vendita, anche se incostituzionale”. E continua a voler buttare fuori dalle proprie terre il popolo Mapuche.
In questo contesto si inserisce la tragica vicenda di Santiago Maldonado (nella foto), artigiano argentino impegnato nei diritti civili delle comunità indigene, 28 anni, i capelli neri e una folta barba che gli circonda il viso, gli occhi scuri, intensi e profondi, è sparito il primo agosto 2017 a El Bolsón, vicino a Bariloche, nella provincia di Rio Negro, mentre era con un gruppo di Mapuche, un’etnia indigena che da tempo rivendica il diritto a riappropriarsi delle proprie terre che fino a un secolo fa si estendevano dall’Atlantico al Pacifico, nel cuore della Patagonia, stava bloccando una importante arteria del paese per protesta. Era intervenuta la polizia, c’erano stati dei tafferugli e del ragazzo si erano perse le tracce. Il suo cadavere sarà ritrovato quasi tre mesi dopo.
Papa Francesco si è interessato di questo omicidio che per molti versi ricorda quello di padre Juan Viroche, altro difensore dei deboli ucciso da un potere pervasivo e privo di scrupoli contro il quale la magistratura argentina non riesce a fare nulla.
Papa Francesco si è interessato di questo omicidio che per molti versi ricorda quello di padre Juan Viroche, altro difensore dei deboli ucciso da un potere pervasivo e privo di scrupoli contro il quale la magistratura argentina non riesce a fare nulla.
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