di Fiorenzo Angoscini
Davide Steccanella, Gli anni della lotta armata. Cronologia di una rivoluzione mancata, Nuova edizione aggiornata, Edizioni Bietti, Milano, febbraio 2018, pag. 541, € 17,00
A distanza di cinque anni dalla pubblicazione della prima edizione
(marzo 2013) e della sua ristampa (giugno 2013) l’autore ha rimesso mano
alla monumentale opera di ricostruzione di fatti ed avvenimenti che
hanno contraddistinto il periodo italiano (con alcune appendici
internazionali1
) che va dall’anno 1969 fino al 14 dicembre 2017 (la ‘prima’, e
ristampa, si fermavano al 1° marzo 2013, «Roma: nel corso di una rapina
in via Carlo Alberto viene ucciso Giorgio Frau». Ex militante di LC e,
dal 1984, vicino alle Unità Comuniste Combattenti). Quel giorno «la
Commissione Moro convoca una conferenza stampa per commentare la
produzione di un elaborato di 300 pagine che si conclude così: “Le
attività condotte restituiscono a Moro un grande spessore politico e
intellettuale e fanno emergere il suo martirio laico, nel quale si
evidenziarono le sue qualità di statista e di cristiano”.
Steccanella, professionista forense, cultore di molte altre
discipline che, poi, spesso finalizza in interessanti pubblicazioni, ha
già dedicato ricerche, tempo e libri alle sue passioni personali: la
musica lirica e rock, lo sport, in particolare al calcio, all’attività
ed avvenimenti politici tra i più vari.
Al di la del titolo, che potrebbe far pensare che si sono presi in
considerazione solo episodi di ‘lotta armata’, l’antologia, in realtà,
tratta e ricorda episodi significativi e drammatici, ma anche di cronaca
bianca, che si sono susseguiti nel ‘bel paese’. Infatti, ogni
anno-titolo di testatina è accompagnato da informazioni e
notizie sui più importanti dischi e film prodotti quell’anno, chi ha
vinto l’Oscar per il cinema, quale squadra di calcio si è aggiudicata lo
scudetto tricolore (quando si disputano, ogni quattro anni, anche il
Campionato Europeo e quello Mondiale, fino al 1970 Coppa Rimet), chi ha trionfato al festival di Sanremo…
Per motivi d’importanza politica e, probabilmente, anche per forza di
penetrazione mediatica, la premessa a questa nuova edizione (diversa da
quella delle edizioni precedenti) ha come data, ed inizio,
l’avvenimento di giovedì 16 marzo 1978: azione di via Fani e sequestro
del leader DC Aldo Moro. Così, l’abbiamo già detto, come termina la
ricostruzione temporale: con la presentazione della relazione della
Commissione di inchiesta sul rapimento e sulla morte dell’esponente
democristiano.
Tra questo inizio-fine, non cronologico ma d’importanza assoluta poiché
indubbiamente il rapimento del presidente del Consiglio Nazionale della
Democrazia Cristiana è stata la più eclatante e significativa azione di
guerriglia condotta nel periodo considerato, troviamo quello che l’ha
preceduto e seguito. Non solo la formazione e il radicarsi di
organismi-organizzazioni armate e guerrigliere (Gap di Feltrinelli e sua
propaggine genovese: 22 Ottobre; le Brigate Rosse, Prima Linea e tutto
l’arcipelago piellino, Azione Rivoluzionaria, le azioni di
cellule ed organismi di quartiere, le brigate di qualche fanatico-folle
in cerca di celebrità e rapido pentimento) costituite per sferrare
l’attacco al cuore dello stato, ma anche stragi nelle banche, nelle
piazze, sui binari, nelle stazioni; uccisioni di manifestanti durante
cortei e manifestazioni operaie e studentesche, fascisti che
accoltellano ed ammazzano militanti politici, tentativi di colpi di
stato. Non è solo un calendario di fatti e misfatti. Spesso, a corredo
di alcune ‘situazioni’ particolari, Davide Steccanella, ripropone
articoli ed interviste di quotidiani e settimanali, stralci di documenti
di organizzazioni combattenti, completando l’insieme con sostanziose e
complete note ed interessanti rimandi.
E’ un utile calendario di ricostruzione storico-cronologico, ma non è solo un elenco di date e di avvenimenti.
Una preziosa testimonianza, un buon ricordo per tutti gli smemorati passati, presenti e futuri.
Non nutriamo soverchia fiducia e rosee aspettative. Soprattutto da parte
di chi ha contribuito, con complicità attiva o passiva a determinare
morti e seminare sospetti.
Mentre, con rispetto e vicinanza, pur nelle rispettive diversità, ci
riconosciamo in tutti coloro che «Volevano cambiare il mondo: facevano
politica».
Peccato soltanto per l’appendice finale, Dialogo con un ‘cattivo maestro’,
che merita davvero poche battute e nessun giudizio a causa della
superficialità e dell’opportunismo dei giudizi contenuti in
un’intervista a Luca Colombo, il cattivo maestro tra i
fondatori delle Formazioni Comuniste Combattenti, destinati soltanto a
giustificarne le scelte personali e giudiziarie davanti
all’intervistatore, Giovanni Sordini.
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